RACCONTI CONDIVISI

RICORDARE

riportare al cuore e quindi rievocare emozionandosi 

"E' il momento che rinvia alle esperienze giocoforza suscitatrici di apicalità emozionalmente forti; in questo caso, la richiesta laboratoriale prevede la trasfigurazione poetica, epigrammatica, drammaturgica di tali memorie al fine di spostare l'emotività dall'episodio doloroso o felice, comunque concluso per sempre, ad una sua rappresentazione". 

Duccio Demetrio 

Albrecht Dürer, Melencolia
Albrecht Dürer, Melencolia

Apici 

Ho avuto un apice di depressione, malessere, chiamatelo come volete, nei mesi antecedenti al mio primo ingresso in comunità. Tra alcol e droga ho iniziato ad avere attacchi di panico ed è diventato quasi impossibile stare sul posto di lavoro. Finita la stagione è andata anche peggio: mi sono chiusa in casa e poi addirittura in camera perché non riuscivo a stare con la gente, neanche con gli amici che mi venivano a trovare (infatti mi chiudevo in camera e dicevo al mio compagno di dire che non c'ero). Anche portare fuori i cani e fare la spesa era un incubo. 

Alessandra, 35

Frida Kahlo, la colonna rotta
Frida Kahlo, la colonna rotta

Passaggi 

Non avevo la forza di chiedere aiuto. Ho preso coscienza dei miei problemi quando ho accompagnato un mio amico nel reparto di alcologia. Inizialmente non sapevo neanche cosa fosse. Ho sentito quello che gli hanno detto e sono ritornato dicendo che se ne aveva bisogno lui, io ne avevo bisogno il doppio. 

Carlo, 51


Ho deciso di chiamare una mia amica per chiedere come stava, e lei pensava fossi ricaduta. Ho capito che le persone si allontanano, ci sono rimasta male, anche in passato mi faceva stare male sapere che dicevano a dei miei amici di lasciarmi stare per non soffrire. Quando ho cominciato a drogarmi mi sentivo alternativa, non la prendevo come una cosa brutta. Ricordo quando una mia amica mi disse: "Tanto ormai ce lo siamo messe via che prima o poi ti troveremo morta su di una panchina". Ho sempre pensato di avere il diritto, non so se pretendevo che soffrissero per me. 

Alessandra, 35 

Vincent van Gogh, Autoritratto
Vincent van Gogh, Autoritratto

Autorappresentazione 

Quando non uso sono una brava persona, paziente. Posso definirmi un cazzone, ho fatto tante cose buone e ho seminato bene perché ho persone sane intorno, ma mi fa più comodo raccogliere cose brutte. La sfiga della mia vita è che mi piace lo sballo. 

Carlo, 51 


Bipolare: certe volte posso essere solare e a tratti sicura di me stessa, per poi diventare terribilmente insicura e depressa, ma questa ultima parte preferisco tenerla nascosta, non mi piace che gli altri vedano quando sto male. Emotiva, empatica, mi piace aiutare gli altri. Orgogliosa, anche e soprattutto nel negativo. Ho molta pazienza ma quando supero il limite divento intollerante e mi è difficile tornare indietro. 

Alessandra, 35 


Io mi descriverei con il colore giallo, per il percorso che ho fatto e per dove sono arrivata adesso sono in un momento veramente felice della mia vita dove mi sto realizzando, sto facendo quello che voglio fare, sono arrivata esattamente dove voglio essere, e sono molto soddisfatta, sia dal punto di vista accademico sia dal punto di vista delle relazioni sociali. Quindi mi descriverei come una persona soddisfatta, determinata, che però ha preservato il suo carattere dolce e affettuoso. 

Mara, 24

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