RACCONTI CONDIVISI

RIMEMBRARE

rimettere insieme rievocazioni e ricordi per dare loro una forma, un disegno, un'architettura

"È il momento che introduce atti cognitivi di carattere retrospettivo volti a ricomporre in strutture, in figure, in disegni esistenziali l'intero percorso di vita; quasi si trattasse di un'architettura che, per costituirsi, necessita di ragionamenti complessivi, olistici, microsistemici sulle forme chiuse o viceversa ancora in divenire della propria esistenza". 

Duccio Demetrio 

Vincent van Gogh, Notte stellata sul Rodano
Vincent van Gogh, Notte stellata sul Rodano

Simboli 

Cielo, lo amo sia di notte che di giorno quando è sereno. Quando è nuvoloso divento un po' nuvolosa anche io. Anche da piccola quando ero in crisi mi sdraiavo nel prato a guardare le stelle, mi davano calore e forza. 

Emma, 65 


Labirinto: ci sono stati momenti della mia vita in cui avevo così tante cose addosso che mi sembrava di non vedere l'uscita. Poi facendomi aiutare e superando una curva dopo l'altra sono riuscita a vederla. 


Alessandra, 35 

Sciarpa: una specifica sciarpa, comprata da mia mamma, l'ho indossata in tutti i momenti difficili e belli, la ho persa molte volte ma la ho sempre ritrovata, me l'hanno persino rispedita dall'Australia. 


Elisa, 24 

Scatola rossa della merenda: rappresenta la preoccupazione di mia mamma su di me, da piccolo ogni volta che uscivo di casa dovevo avere quella scatola con la merenda, anche adesso mi lascia sempre sulla borsa qualcosa da mangiare, anche se ora sono io a decidere se prenderla o meno. Comunque è il segno del suo amore per me. 


Sergio, 23

Tutore al ginocchio: mi sono rotto il crociato del ginocchio a calcio e ho dovuto smettere. Ora posso ancora giocare, anche se solo negli amatori. È il simbolo della seconda opportunità, anche se rappezzata c'è. 


Sergio, 23 

Mano: la mano che non ho, mi caratterizza. È la cosa che mi ha fatto più male ma che allo stesso tempo mi ha resa più forte. Nonostante questo da piccola sapevo allacciarmi le scarpe prima dei miei compagni.

Amanda, 23 

Ilio Giannaccini, Mareggiata al tramonto
Ilio Giannaccini, Mareggiata al tramonto

Risacca e deriva 

Buttare tutte le dipendenze e tenersi stretta la vita il più possibile. 

Carlo, 51 


Rivivere il momento in cui la sera si credeva e si aspettava Babbo Natale. Dimenticare il momento in cui mia mamma ha litigato con mia zia e si è spaccata in due la famiglia. 


Alice, 23 

Vorrei dimenticare il momento del divorzio dei miei, più che altro il momento in cui me lo hanno detto. Non siamo mai stati una famiglia in cui si parlava più di tanto, quando mi hanno detto che dovevamo parlare non capivo. Al momento mi sono messo a piangere e ho abbracciato il cane. Da quel momento si è divisa la famiglia. 


Alessandro, 19 

Vorrei ricordare il momento in cui si andava sul Gaggio con i nonni. Da piccolo non mi piaceva perché dovevo camminare, ora ricordo i momenti in cui stavo con mio fratello e scherzavamo insieme, ora non andiamo più molto d'accordo. 


Alessandro, 19 

Entrambi i ricordi sono legati a mio papà. Vorrei rivivere tutti i giorni il momento della mia laurea. Mio papà non mi ha mai detto: "sei stato bravo", quel giorno invece mi ha mostrato tutto il suo orgoglio, forse per la prima volta. Mi sono sempre sentito quasi in colpa con i miei genitori per tutto quello che mi hanno dato. Mio papà mi ha sempre voluto mostrare la persona migliore che era, e quella che voglio diventare. Vorrei dimenticare il giorno della morte di mio nonno, quando per la prima volta ho visto mio papà piangere. 


Sergio, 23

Vorrei portare sempre con me il momento in cui si sta per partire e l'aereo si alza da terra, sei libero di essere la persona che vuoi essere, non sei condizionata da niente, è una sensazione unica. Vorrei dimenticare la morte del mio cane, con lui è morta una parte di me. Sembra impossibile stare così male per un cane. 


Elisa, 24 

Un episodio che voglio trattenere è quando sono tornata da 4 mesi di Erasmus ed ho trovato i miei genitori e mio fratello all'aeroporto. 

Mara, 24 


Lettera 

Mi chiamo Emma e ho bisogno di essere aiutata. Quando uscirò nella vita di tutti i giorni mi serve una spalla sulla quale piangere, un'altra per sorridere. Ci saranno tante persone, ma tocca a me distinguere il male e il bene. 

Emma, 65 

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